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L'evoluzione del concetto di bottonificio: da bottega artigiana ad industria del bottone |
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Se chiediamo ad uno storico del bottone di datare la nascita dello stesso, quasi certamente la sua risposta sarà che è nato in Francia nel XIII secolo e sicuramente questa è la verità; naturalmente se per bottone intendiamo un oggetto piccolo di forma sferica, o similare, in materiale più o meno resistente, cucito su stoffa e utilizzato per chiudere due lembi di un capo d’abbigliamento, quasi come se uscisse da un bottonificio.
Se invece per bottone intendiamo qualsiasi accessorio abbellente, un oggetto indipendente dalla storia dei bottonifici, costruito prevalentemente su una spilla e idoneo a trattenere e unire due lembi di stoffa, allora dobbiamo risalire molto, molto più indietro nel tempo, fino alla preistoria, fino a scoprire che l’uomo, dal momento in cui ha cominciato a coprire il proprio corpo, ha subito utilizzato accessori utili a trattenere pelli, manti e tuniche, in modo da avere libertà di movimento senza che il primordiale abito scivolasse dal corpo.
Questi nonni, prozii e padri di questi moderni accessori, antesignani della storia dell’industria dei bottonifici, costituiscono una parte affascinante della storia del vestire dell’uomo, in quanto la creatività lasciata libera di esprimersi attraverso mille materiali e mille forme e le tecniche sempre più raffinate con cui furono concepiti questi primordiali sistemi di chiusura e allacciatura, ci offrono la possibilità di comprendere quanta importanza ha da sempre avuto il bottone, e di riflesso anche i bottonifici, nella storia dell’uomo e del suo status sociale.
Quando si vuole comprendere in profondità come sia strutturata la vita politica, sociale ed economica di un popolo, si guardano gli utensili da cucina, gli attrezzi da lavoro, ma anche gli abiti. E così possiamo apprendere che già nel 3000 a.c. le parti più dure delle lische dei pesci ben di prestavano per forare stoffe e trattenerle tra loro, che le fibbie erano già conosciute in Cina almeno dal 2000 a.c. e che lungo le sponde dell’Indo, in una zona che oggi si trova in Pakistan, sono stati rinvenuti e repertati oggetti simili a bottoni, che risalgono a qualche migliaio di anni prima della nascita di Cristo e che qualcuno si adoperava alla loro creazione, dando vita alle funzioni dei primordiali bottonifici.
Gli antichi Greci e i Romani usavano con grande destrezza ed eleganza principalmente lacci e cinture per trattenere gli abiti, ma in entrambe le civiltà andavano molto di moda spille ornamentali (dette fibule in latino), che avevano quasi sempre forma di grande bottone prezioso. Anche i popoli bizantini del periodo successivo usavano ganci e spille a forma sferica e a quel tempo le funzioni dei bottonifici venivano svolte da un artigiano specializzato.
Fino a quando l’uomo usò per coprirsi principalmente tuniche e manti, l’evoluzione dell’ornamento idoneo ad allacciare ed unire due parti di un capo non ebbe un grande sviluppo, se non nell’abilità artigianale della fabbricazione, nel sapiente uso di materiali più o meno preziosi, nella straordinaria capacità di abbellire l’accessorio che serviva per trattenere l’abito con decorazioni artistiche.
E’ con il Medioevo e con una concezione rivoluzionaria dell’abito – che comincia a seguire le forme del corpo per valorizzarle – che la necessità di unire due parti del tessuto si fa complessa e articolata. Le fibbie, i ganci, le spille e le cinture non bastano più per supportare l’abito in tutte le sue pieghe e fogge, così nascono i primi bottoni, con la conseguente prima artigianale accezione di bottonificio. Inizialmente vengono utilizzati principalmente per fermare all’abito accessori come piume, pennacchi, veli e poi gradualmente assunsero l’utilizzo che ne facciamo anche oggi.
La Francia fu la prima nazione ad utilizzarli e l’Italia ed altre nazioni europee la seguirono a breve distanza. Sono i quadri dei pittori dell’epoca che meglio di tutti ci raccontano con dovizia di dettagli le forme, i materiali e l’importanza dei bottoni, che assumono sempre più valore di status sociale, mentre l’arte dei bottonifici diventa importante.
Il grande e importante sviluppo di questi oggetti avvenne, però, nel ‘700 quando sia i bottoni concepiti per la loro utilità e funzionalità, sia quelli sviluppati a scopo ornamentale, arricchirono e impreziosirono le giacche degli ufficiali ussari e francesi, le livree dei servitori e dei lacchè, le camiciole delle dame; il ruolo del bottonificio artigianale prende così sempre più slancio.
Fu proprio il ‘700 il periodo in cui esso divenne protagonista del capo d’abbigliamento, quando la nobiltà di mezza Europa ingaggiava artisti e orafi che oggi sarebbero i designer di un bottonificio, per creare gioielli preziosi, unici e costosi. Oggetti in argento, in oro o di corallo, ambra, perle e pietre preziose che servivano per sostenere l’abito, ma prima di tutto servivano per manifestare il proprio lignaggio, la propria opulenza, il proprio potere.
Mano a mano che ci avviciniamo a noi nel tempo, arrivano i nuovi materiali che arricchiscono ulteriormente il panorama del multiforme mondo del bottone: madreperla, corozo, corno, ottone, galalite ed infine in poliestere, dando così vita ai bottonifici industriali.
Con l'arrivo della civiltà industriale anche il bottone, a partire dalla seconda metà dell’800, diventa accessorio d’uso comune e massificato e il concetto di bottonificio subisce via-via le trasformazioni dettate dalla moda, o dalle circostanze. Ad esempio negli anni '40, nell’Europa devastata dalla seconda guerra mondiale, si diffuse su larga scala, in ogni bottonificio l’impiego di materiali poveri – o, come si diceva allora, "economici" – per la realizzazione di bottoni, come ad esempio il legno.
A partire dal dopoguerra l’industria del nostro comparto razionalizzò gli usi dei materiali in funzione del costo complessivo dell’abito, i sarti prima, e gli stilisti poi eleggono il bottone ad elemento di personalizzazione del capo d’abbigliamento e ne fanno anche oggetto di riconoscimento e immagine aziendale; il concetto di bottonificio entra così a pieno titolo nella storia del sistema moda, conferendo al capo d’abbigliamento il proprio valore di mercato.
Il bottonificio Lozio ®
La nostra azienda si inserisce nella storia del bottonificio moderno già a Palazzolo sull'Oglio, nel 1903, mentre dall'avvio dell'attuale struttura – avvenuto nei primi anni ’50 – è trascorso ben oltre mezzo secolo.
Quando Battista Lozio ® decise di dare vita alla sua attività aveva già molto ben delineato quali ne sarebbero stati i presupposti: impegno, passione, ricerca, disponibilità e alti standard qualitativi, produttivi e di servizio. Gli stessi presupposti che contraddistinguono l'azienda ancora oggi e che la pongono all’attenzione dei più importanti professionisti della moda, dell’abbigliamento e della pelletteria, sia in Italia, che all’estero.
Il nostro bottonificio di Milano è particolarmente apprezzato e conosciuto per le sue gamme di minuterie metalliche come ad esempio gli occhielli, i bottoni automatici, i bottoni a pressione, i ganci per pantalone, i rivetti jeans, i bottoni rivestiti, i bottoni gioello, le fibbie per cintura oltre beninteso agli articoli da cucire, quali bottoni in corozo, bottoni in madreperla, bottoni in metallo, in galalite ed in corno.