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Chi ambisce alla qualità e all’estetica impiega bottoni in madreperla

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Altri cenni sull' evoluzione del bottone in madreperla e la sua importanza

Mentre in Italia, in Europa e nel resto del mondo continuavano le evoluzioni, le innovazioni e i cambiamenti riguardanti l'industrializzazione dei bottonifici, la produzione di bottoni in madreperla australiana naturale non cessò.

La possibilità di impiegare il corozo nella fabbricazione bottoniera aveva provocato la progressiva chiusura delle botteghe artigianali e degli orafi in precedenza attivi in questo segmento di prodotto, sostituiti dai nascenti stabilimenti industriali.

Le materie prime naturali particolari che in precedenza erano impiegate per produrre i nostri dischetti furono gradualmente soppiantate dal corozo e si entrò in una nuova era.

L’articolo in conchiglia continua a essere un punto di riferimento

Nonostante la nuova filosofia di produzione industriale si rivolgesse sempre di più verso materie prime più economiche e adatte alla produzione seriale, il bottone in madreperla vera continuò a svolgere il ruolo di accessorio elegante per eccellenza.

La sua bellezza, i giochi di luce che produce, le sue sfumature, i suoi notevoli pregi, ne decretarono la sopravvivenza.

A dispetto di tutto, la nostra particolare materia prima naturale e di pregio continuò a essere usata per la fabbricazione di articoli in madreperla.

I pregi intrinseci e l'estetica del bottone in madreperla ne garantiscono la continuità

La madreperla sopravvisse così a tutti i cambiamenti e alle innovazioni nelle procedure per la fabbricazione di questi tipi di bottoni particolari, alle crisi di carattere sociale ed economico e a tutta un’altra serie di fattori.

Il bottone in madreperla è arrivato fino ai nostri giorni e fa parte, a buon diritto, della gamma di prodotto di un bottonificio che si possa chiamare tale.

Chi ama l’estetica non può che compiacersi di ciò e non può che augurarsi di continuare a vedere, per i prossimi cento anni ancora, la madreperla, in bella vista sui cappotti delle signore e su qualunque altro capo elegante.

Questo bellissimo materiale, la madreperla, deve continuare a occupare il posto che gli spetta di diritto e ci auguriamo la sua eterna presenza all’interno delle gamme di produzione del nostro settore.

Continuiamo questo breve excursus sulla storia del bottonificio in Italia tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo: il corozo non soppianta il prodotto in conchiglia

In questo periodo storico, grazie all'avvento del corozo, la produzione dei bottonifici in Italia conobbe un'impennata, contestuale allo sviluppo industriale del nostro settore manifatturiero.

Agli inizi del novecento sul territorio nazionale vi erano cinquantacinque bottonifici industriali, con circa 8000 operai addetti alla produzione.

Gli anni venti del novecento inoltre portarono nuova espansione nel settore del bottonificio, facendo registrare cifre mai raggiunte in precedenza, per quello che riguardava le esportazioni di articoli in corozo. Il primo bottonificio italiano era stato, per così dire, di ottimo auspicio.

Il corozo, ad ogni modo, non era l’unica materia prima utilizzata per la produzione dei bottonifici.

Per quanto quasi ogni bottonificio ne facesse impiego all’interno dei propri stabilimenti, in Italia si proseguiva con la produzione di articoli che - madreperla a parte - ricorrevano anche ad altre materie prime.

Anche fra i nuovi materiali, il bottone in madreperla continua a costituire la fascia di pregio e qualità

Più di un bottonificio fabbricava bottoni di corno bovino e di unghia, di legno e di stoffa, a completamento della gamma preponderante in corozo e di quella di pregio in madreperla.

Vi erano anche altre produzioni, ma queste erano le principali.

Gli articoli in corno erano di ottima qualità e avevano un certo costo.

Erano prodotti dai bottonifici a partire dalle corna di bue o di bufalo, da cui si ricavavano placche da fustellare in rondelle e a questo processo di taglio faceva seguito la tornitura di ogni singolo pezzo e quindi la lucidatura del prodotto.

Per la produzione di accessori in unghia, la fabbrica si serviva di materia prima proveniente dall’America Latina e dopo complesse e lunghe operazioni di macerazione del materiale, si procedeva con lo stampaggio dello stesso.

Da ultimo le operazioni di rifinitura venivano effettuate dal bottonificio al tornio. Quindi si forava e verniciava il pezzo, fino a ottenere forma ed aspetto finali.

Il Bottonificio Lozio di Milano e i bottoni in madreperla australiana. In aggiunta, beninteso, agli articoli in galalite imitazione avorio e corallo, ai bottoni gioiello Swarovski, e ai bottoni in corozo naturale.